L’agricoltura, seppur molto diversificata, svolge un ruolo importante nell’economia dell’Ungheria. Circa il 60% delle aziende agricole ungheresi alleva bestiame, principalmente pollame, suini, ovini e bovini, mentre la produzione vegetale si concentra, non solo sulle principali colture da campo, ma anche su frutta e verdura.
Ben 5,3 milioni di ettari del territorio ungherese sono destinati alla coltivazione agricola. L’agricoltura rappresenta il 4,8% dell’occupazione del paese (430.000 addetti), mentre l’industria alimentare rappresenta il 3,2%.
Il 23% del territorio ungherese è coperto da foreste e il 43% è protetto da Natura 2000, la rete europea di zone ad alto valore di biodiversità.
Il sostegno del governo ungherese
Da parte sua, il governo ungherese mira a sostenere l’economia delle sue aree rurali e a promuovere un percorso di sviluppo sostenibile del tessuto socio-economico delle aree rurali. Aspira, inoltre, a rendere la produzione agricola interna un’attività sempre più redditizia e socialmente affermata, combattendo, nel contempo, un’inflazione assai penalizzante.
I programmi strategici della PAC supportano la transizione verso un settore agricolo moderno, sostenibile, competitivo e diversificato, garantendo la sicurezza alimentare a lungo termine. Pari attenzione è rivolta al clima, alla protezione delle risorse naturali e alla biodiversità.
Per cogliere le impressioni di questa PAC più equa e sostenibile siamo venuti in Ungheria, nel cuore della Puszta, a visitare alcuni esempi di agricoltura e industria alimentare innovative, competitive e tecnologicamente efficienti, nonché più resistenti agli shock economici esterni e ai fattori naturali che influenzano direttamente la produzione.
I primati dell’organizzazione produttori DelkerTESZ
L’organizzazione dei produttori DelkerTESZ è una delle strutture produttive più grandi e importanti del paese: si trova a Szentes e raccoglie 236 produttori agricoli nel raggio di circa 30 chilometri.
Fondata nel 2002, coltiva e commercializza principalmente diversi tipi di paprika (il più noto è lo “Szentesi Paprika” protetto dall’UE, dal 2014, con il marchio di origine IGP), pomodori, cetrioli e cavoli. La cooperativa gestisce tutta la filiera dalla coltivazione alla vendita con 230 dipendenti fissi e 150 stagionali. Il fatturato è di circa 43 milioni di euro.
Il Paprika IGP di DelkerTESK
Il fiore all’occhiello di DelkerTESK è il paprika IGP, frutto di selezione della varietà “Capsicum annuum” e offerto sul mercato in 4 tipologie: peperone bianco da farcire, peperoncino appuntito, peperone di Kapia e peperone a forma di pomodoro. Comune a tutte le tipologie è il gusto deciso e speziato, che può essere, a seconda del grado di maturazione, dolce o piccante. Questa particolare produzione vegetale ha avuto inizio verso la metà del XIX secolo grazie ad orticoltori bulgari trasferitisi nel sud-est dell’Ungheria.
Nelle proprie attività produttive, la cooperativa pone massima attenzione allo sviluppo sostenibile, contribuendo così alla preservazione dell’ambiente e delle risorse naturali. Ad esempio, il sistema di monitoraggio Agrosense aiuta nella gestione intelligente dell’irrigazione e dei fertilizzanti, contribuendo al risparmio dei costi, al monitoraggio e al miglioramento dell’efficienza produttiva e alla difesa dell’ambiente. Un valore naturale e unico di Szentes è, infine, la presenza dell’acqua termale nel sottosuolo, che viene utilizzata per il riscaldamento di serre e altre strutture produttive, utilizzando così l’energia geotermica in modo razionale e rispettoso dell’ambiente.
I peperoni di qualità dalla famiglia Jano
Per approfondire il tema della produzione di peperoni, abbiamo visitato l’azienda agricola della famiglia Jano nei dintorni di Szentes, affiliata all’organizzazione agricola DelkerTESZ.
Imre e Daniel Jano, padre e figlio, gestiscono insieme questa azienda agricola di famiglia avviata nel 2010 e specializzata nella produzione di peperone paprika, utilizzando tecnologie di tunnel di alluminio.
La superficie dei tunnel è di 20.000 m² di superficie agricola, di cui 15.000 m² con “foglio freddo” e 5.000 m² con foglio caldo, riscaldato da acqua geotermica. Per circa 8 anni, la coltivazione è stata effettuata senza suolo, utilizzando fibra di cocco.
Attualmente l’azienda produce solo peperoni: kapia, bianchi, a punta, piccanti, dolci a punta, con il marchio “szentesi kosszarvu paprika” che fa la parte del leone e caratterizza la produzione aziendale di qualità.
Nell’azienda sono impiegate tra 10 e 20 persone e, grazie al sistema “hot-foil”, possono lavorare tutto l’anno. La resa produttiva media dell’azienda Jano è di 16 kg/m²/anno.
Szentesi Paradicsom, un miracolo di tecnologia
Operativa dal 2014, Szentesi Paradicsom è un’azienda specializzata nella produzione biologica di pomodori, che impiega serre ad alta tecnologia olandese. La società ha iniziato su 3,6 ettari di superficie, mentre ora opera su 12,5 ettari in 4 siti diversi, classificandosi attualmente tra le prime 6 imprese ungheresi in termini di dimensioni.
L’azienda impiega 180 persone e adotta, sin dalla costruzione delle serre, tecnologie di assoluta avanguardia, come la coltivazione su fibre di cocco e lana di roccia senza terra; l’umidificatore ad alta pressione/raffreddamento dell’aria; il sistema di condizionamento PRIVA con controllo computerizzato del riscaldamento e dell’irrigazione; il riscaldamento a tre circuiti, alimentato da energia geotermica; l’utilizzo esclusivo di varietà resistenti di piante; la gestione integrata dei parassiti; l’impiego di pannelli solari per la fornitura di energia elettrica.
L’attuale produzione annuale ammonta a 50.000 quintali di pomodori a grappolo, 5.300 quintali di pomodorini Cocktail e 2.700 quintali di pomodorini Ciliegino.
Il lavoro insostituibile dei bombi
Un aspetto particolarmente interessante della filiera di coltivazione riguarda l’impollinazione delle piante. Dal momento che i problemi di allegagione del pomodoro sono ben noti nelle diverse stagioni di crescita, è necessaria un’impollinazione perfetta per una buona resa qualitativa e quantitativa dei frutti.
I bombi sono gli impollinatori ideali per i pomodori, poiché hanno accesso alla parte centrale del fiore e quindi forniscono una fecondazione perfetta, sia nelle stagioni di crescita estive più fresche, che calde, rispetto ad altri metodi di legatura.
Mentre raccolgono il polline, i bombi visitano fino a 3.000 fiori al giorno, garantendo così una perfetta allegagione con un significativo risparmio di manodopera: senza contare che l’impollinazione naturale è più affidabile e garantisce una resa e una qualità molto più elevate.
“Riteniamo che essere un membro di DelkerTESZ sia essenziale per la nostra attività – ha dichiarato Magdolna Katona, CEO di Szentesi Paradicsom – poiché significa una notevole semplificazione della nostra filiera produttiva, avendo potuto delegare alcune importanti funzioni, come la movimentazione e la logistica del magazzino, ma soprattutto la fase di commercializzazione, che richiede una spiccata specializzazione del personale in questa fase di crescenti volumi di vendita”.
L’unicità ambientale del Parco Nazionale Kiskunsag
Fondato il 1° gennaio 1975, il Parco Kiskunsag (KNPD) è il secondo parco nazionale dell’Ungheria con la missione prioritaria di preservare la secolare coesistenza naturale di persone, animali e piante nel territorio alla confluenza di Danubio e Tibisco. Secondo i reperti archeologici, in questa regione ci sono state culture pastorali sin dalla tarda età del rame (III-IV millennio a.C.) e, in seguito, gli invasori ungheresi e i Cumani hanno mantenuto questo stile di vita.
Gli interventi spesso mirano a preservare specie minacciate d’estinzione, come l’otarda, l’iris delle sabbie, lo scoiattolo di terra, la vipera dei prati, interi gruppi di farfalle e libellule, il raro zafferano di sabbia (Colchicum arenarium) e la quercia peduncolata. Questi progetti di protezione sono concepiti per proteggere singole specie, ma, di solito, contribuiscono anche alla protezione di altre specie rare, oltre che dell’habitat.
La direzione del Kiskunsag è responsabile della conservazione delle aree naturali protette, monitorando anche i valori naturali non protetti, delle foreste, dei paesaggi e dello sviluppo regionale. Organizza e gestisce anche diversi tipi di attività di ricerca e sviluppo, come la sensibilizzazione del pubblico, l’istruzione dei visitatori dei centri visita, l’introduzione dei valori naturali e dell’ecoturismo, senza dimenticare l’introduzione di attività produttive.
La direzione del Parco è altresì responsabile dei piani di conservazione per i siti Natura 2000 nella regione centrale ungherese, in primis la salvaguardia della biodiversità e il monitoraggio della fauna selvatica. L’area totale dei siti protetti ungheresi, incluso questo parco nazionale, ammonta a 115.519 ettari. All’interno delle aree protette, tramite il Ranger Service, la Direzione di Kiskunsag fruisce di un collegamento diretto con i primi utenti del territorio (agricoltori, allevatori e cacciatori), nonché con un team organizzato e competente di ricercatori, tecnici e consulenti agricoli.
Szomor Farm, grande impresa di famiglia
Una delle realtà produttive più significative all’interno del Parco è la “Szomor Farm”: operativa dal 1990 ad Apaj, la fattoria, fondata e gestita da Dezsco Szomor, è specializzata nell’allevamento brado di bovini grigi ungheresi, bufali e maiali di razza Mangalica, oltre a svolgere un ruolo significativo nella diffusione di un’agricoltura rispettosa dell’ambiente e della biodiversità.
L’allevamento degli animali è basato sull’utilizzo di ampi pascoli (4.500 ettari), in gran parte di proprietà statale, ma utilizzato dalla fattoria con una locazione a lungo termine. La stragrande maggioranza di queste superfici sono aree di conservazione della natura in base alla legislazione nazionale e della UE. In ogni caso, alcune attività della fattoria (creazione di ampi stagni per pesci e sviluppo di zone umide) hanno contribuito in modo significativo alla designazione di un’area protetta Ramsar.
La protezione di specie animali a rischio estinzione
L’attività principale dell’azienda ungherese è la gestione del pascolo libero di specie animali autoctone e a rischio estinzione durante l’intero periodo di pascolo (aprile-ottobre). La coltivazione di colture vegetali serve solo a soddisfare le esigenze di foraggio invernale del bestiame sul 10-20% della superficie totale (sorgo, triticale ed erba medica).
Attualmente vengono allevati alla Szomor Farm circa 3.000 capi di bovini grigi ungheresi (il 10% dell’intera popolazione ungherese), 1.200 maiali Mangalica (versione a quattro colori), 300 bufali d’acqua ungheresi e 300 pecore Racka ungheresi, oltre a tutte le 7 razze di polli locali, tacchini e faraone. A seconda delle diverse fasi di attività agricola, il numero dei dipendenti varia da 50 e 100 persone.
La disponibilità di un ampio sistema di acque stagnanti (450 ettari) ha permesso la creazione di zone umide, adatte all’allevamento bufalino e all’industria ittica della carpa. Gli stagni e le zone umide forniscono, infine, un contributo significativo alla biodiversità: l’area, infatti, è uno degli habitat più preziosi dell’otarda (Otis tarda) nel bacino dei Carpazi.
L’apertura dell’impianto di lavorazione delle carni
Nel 2010, il progetto di filiera zootecnica si è concluso con l’apertura dell’impianto di macellazione e lavorazione della carne, in particolare, quella di manzo grigio ungherese.
L’azienda produce e commercializza un’ampia e qualificata gamma di salumi, ottenuti da bovini grigi, bufali e maiali, allevati nelle aree protette del Parco Kiskunsag. L’offerta commerciale di Szomor Farm comprende 35 referenze di carne bovina, 11 di carne bufalina e 14 di carne suina, tra cui una curiosa “bistecca grassa” in vasetto di vetro. Queste specialità di carne di alta qualità, sane e prive di additivi e residui chimici, sono destinate a diversi canali di vendita: due negozi specializzati di carne a Budapest e la vendita online.
Al termine della visita in Ungheria, l’impressione ricavata è quella di un’agricoltura in forte cambiamento, proiettata verso la modernizzazione e la razionalità produttiva, ma, allo stesso tempo, attenta a non disperdere quei valori, che affondano nella pura tradizione contadina, ma che oggi vengono grandemente rivalutati in termini di biodiversità e tutela ambientale. Un equilibrio difficile da raggiungere e mantenere, ma che in Ungheria sembra convivere con buone prospettive.
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