La Frutta Antica d’Italia in vetrina a Città di Castello (PG)

Fino al 2 novembre la città umbra ospita “Tenendo Innanzi Frutta”, mostra pomologica delle antiche varietà locali della collezione di Archeologia Arborea.

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Da quasi 40 anni la Fondazione Archeologia Arborea ricerca e salva antiche varietà locali di piante da frutto, esplorando i territori dell’Alta Valle del Tevere, antico crocevia di diverse regioni, dall’Emilia Romagna alla Toscana, dall’Umbria alle Marche.

Ciliegia Limona.

L’attività di ricerca ha sempre tenuto conto delle tradizioni, dei sistemi di coltivazione e della storia, anche alimentare, sottolineando l’importanza che queste piante hanno avuto nella vita sociale, economica, simbolica, artistica e religiosa.

La Fondazione ha tra i suoi scopi la promozione della agro biodiversità e la sua fondamentale importanza per il nostro futuro.

La mostra “Tenendo Innanzi Frutta”

Per questo ha allestito “Tenendo Innanzi Frutta”, un’inedita esposizione della frutta vera e di stagione, proveniente dal frutteto collezione ormai costituito da centinaia di piante rare.

La mostra è stata inaugurata venerdì 21 ottobre e rimarrà aperta fino al 2 novembre all’interno delle sale del Palazzo del Podestà in corso Cavour a Città di Castello (PG).

“Tenendo innanzi frutta per ritrarla dal vero” è quanto consigliava Giorgio Vasari ai pittori, suoi collaboratori, che dipingevano nel ‘500, anche nell’Alta Valle del Tevere. Dunque si può pensare che la frutta raffigurata dagli artisti rinascimentali, venissero direttamente dagli orti e dai giardini del tempo.

Le pere più antiche: da sinistra, Rubia, Fiorentina, Zucchella, Monteleone e Marzola.

La mostra dunque vuole documentare questa straordinaria ricchezza vegetale ormai quasi sconosciuta, ma che grazie al lavoro ultra trentennale di Archeologia Arborea è stata ritrovata e viene coltivata, salvandola dalla definitiva scomparsa.

Si avrà l’opportunità di vedere le antiche varietà locali salvate dall’estinzione. Un nuovo modo di viaggiare nel tempo e nella storia agricola del nostro territorio, partendo da un elemento di cultura materiale, come può essere la frutta, che nel passato aveva grande importanza alimentare, culturale, simbolica e paesaggistica.

Diversità di Susine.

Tante pere e mele in mostra

“Molte le varietà in mostra – dichiara Isabella Della Ragione, presidente della Fondazione Archeologia Arborea – tra le quali alcune varietà di pere molto antiche, come la Fiorentina, la Marzola e la Monteleone. Si tratta di pere invernali da cuocere e ora abbandonate perché non più rispondenti alle esigenze del consumo “moderno”. Il visitatore troverà poi tante mele curiose e antiche, come la Muso di Bue, così chiamata per la sua somiglianza al muso dell’animale più importante nell’agricoltura di un tempo. Oltre a queste pomacee, in mostra ci sono molti altri frutti ormai dimenticati, come sorbe, nespole e azzeruole.

In mostra anche opere delle artiste Andrea Tana, Karen Yurkovich, Simonetta Riccardini, Fanette Cardinali, che hanno voluto contribuire con il loro linguaggio alla importante missione della Fondazione Archeologia Arborea di salvaguardia e diffusione della biodiversità.

La mostra si giova del sostegno di Valfrutta Fresco e Kemon.

Apertura mostra:

Giorni feriali: 16.00–19.30

Giorni festivi (sabato, domenica e 1 novembre): 10.00–12.30 e 16.00–19.30

 

www.archeologiaarborea.com

Lamberto Mazzotti